Tito ed Emilio Chiovenda

Tito Chiovenda (1877-1949) fu avvocato, diplomatico, alpinista e poeta. Liberale, intraprende la carriera diplomatica dopo essere stato lettore di letteratura italiana a Basilea e Francoforte ed è Console ad Alessandria d'Egitto, Marsiglia, Briga, Cordoba, Innsbruck e Francoforte, dove nel 1929 il regime lo obbliga a lasciare il suo incarico, per aver rifiutato la tessera fascista. Durante la Repubblica dell'Ossola è chiamato a  rappresentare il Partito Liberale all'interno del CLN locale. Tra i fuoriusciti in Svizzera nell'inverno 1944-45 grazie al suo prestigio e alle conoscenze personali offre grande aiuto agli esiliati italiani.

Emilio (1871-1941) concentrò in un primo momento il suo interesse sulla flora della val d'Ossola, realizzando un erbario di oltre 20.000 campioni. Nominato, sul finire del secolo, conservatore dell'Erbario coloniale di Roma, nel 1909 intraprende un lungo viaggio in Eritrea ed Etiopia per studiare le piante di quei paesi, divenendo una indiscussa autorità mondiale della flora dell'Africa orientale. Per tali meriti Benito Mussolini lo volle insignire di un titolo nobiliare, che tuttavia Chiovenda, appartenendo a una famiglia di radicate convinzioni antifasciste, rifiutò. Fu poi professore ordinario di botanica all'Università degli Studi di Catania, preside della facoltà di scienze dell'Università di Modena e Reggio Emilia e infine direttore dell'Istituto botanico e prefetto dell'Orto botanico di Bologna.
Tito Chiovenda (1877-1949) was a lawyer, a diplomat, an alpinist and a poet. He was a liberal; he began the diplomatic career after being a lecturer of Italian literature in Basel and Frankfurt and he was a Consul in Alexandria, Marseille, Brig, Cordoba, Innsbruck and Frankfurt, where in 1929 the government obliged him to leave his office because he refused the fascist card. During the Republic of Ossola he was appointed to represent the Liberal Party within the local CLN. Among the refugees in Switzerland in the winter of 1944-45, thanks to his prestige and personal connections, he gave a great help to Italian exiles.

Emilio (1871-1941) focused his interest on the flora of Val d'Ossola, creating a herbarium of more than 20,000 samples. At the end of the century, he was appointed curator of the colonial Herbarium of Rome; in 1909 he made a long journey to Eritrea and Ethiopia to study the plants of those countries, becoming an undisputed authority of the flora of East Africa. For these merits Benito Mussolini wanted to confer him a noble title, which Chiovenda refused, since he belonged to a family of deeply rooted anti-fascist convictions. He was a professor of botany at the University of Catania, the headmaster of the Faculty of Science at the University of Modena and Reggio Emilia and finally the director of the Botanical Institute and the prefect of the Botanical Garden of Bologna.