La Carcavegia, manifestazione dalle origini antichissime, forse di matrice celtica, e dai significati misteriosi, viene rievocata a Premosello Chiovenda, a Colloro e in altre località della Val d’ Ossola. La tradizione prevede che i ragazzi maschi, tre giorni prima dell’Epifania, si riuniscano al richiamo del corno, suonato dal capo. Ogni giovane reca una campana da mucca di vario tipo e misure, detta ciòcc, attaccata alla vita. Tutti insieme le fanno suonare per le strade del paese e girano di casa in casa chiedendo legno per il fuoco. Con la legna si edifica così una grande pira, su cui troneggiano due pupazzi dalle fattezze umane (al vècc e la vegia) a cui viene appiccato il fuoco la sera del 5 gennaio, la vigilia dell’Epifania. Sui fantocci sono appesi due cartelli con i nomi e l’anno di nascita dei due più anziani paese, come augurio di lunga vita. A Premosello Chiovenda il rogo si accende nel greto del Riale, mentre a Colloro in un luogo panoramico sulla strada sterrata che porta alla località Ronchi. I due roghi, accesi nello stesso momento, rivaleggiano per imponenza.
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