Gioco delle pecore e del lupo


Nello scritto Ungiasca perduta del 1988, Nino Chiovini scrive: Se era libero il tratto di muretto che fungeva da tavolo da gioco – finché la luce solare lo permetteva – era possibile giocare a quello che, insieme al gioco dei tarocchi praticato all’osteria, s’era affermato come il ludo popolare di Ungiasca. La parte superiore del muro di contenimento della «piazza», usata come sedile collettivo, era costituita da una serie di lastroni di pietra trovante (serizzi di varie specie e provenienze) […]. Su di un lastrone, il più levigato, era stata scalpellata una singolare figura labirintica, di cui in nessun luogo che a Ungiasca vidi l’eguale. […] è noto che, in quelli che possiamo indicare come «luoghi d’incontro» d’un tempo di molti villaggi e dei borghi rivieraschi, venivano scalpellate sulle superfici piane di determinate pietre le figure che vanno sotto il nome di filetti […] su cui è possibile giocare al mulinello o tavola mulino, un gioco le cui origini si perdono nella Cina di duemila anni fa. Ma in nessun luogo che Ungiasca vidi quel labirinto su cui i ragazza, giovani e meno giovani, si accanivano al gioco chiamato “dìi pévèr e dul lüv”, ossia delle pecore e del lupo.
In the text Ungiasca perduta of 1988, Nino Chiovini writes: If the stretch of the wall that served as a game board was free - as long as sunlight permitted it - it was possible to play the game that, together with the tarot card game practiced in the tavern, had become very popular in Ungiasca. The upper part of the wall that delimited the "square", used as a collective seat, was made up of a series of stone slabs (granite of different species and origins) […]. On the smoothest stone slab, a singular labyrinthine figure had been carved, which I had only seen  in Ungiasca. [...] it is known that, in the "meeting places" of the past, in many villages and hamlets of the coast, some figures known as “mills” were carved on the flat surfaces of certain stones [... ] on which it is possible to play mill board, a game whose origins date back to two thousand years ago in China. But only in Ungiasca I saw that labyrinth on which kids, young and less young, threw themselves into the game called “dìi pévèr e dul lüv”, that is, of the sheep and the wolf.

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