Gioco del filetto

Il gioco del filetto di Cicogna qui descritto è inciso su di un gradino all’ingresso di un’abitazione.

I giochi sulla pietra erano un passatempo molto diffuso, per grandi e per piccini.

Nel territorio del Verbano Cusio Ossola sono stati censiti moltissimi filetti e trie, sui cosiddetti “tavolieri”, ossia su lastre di copertura dei muretti, su scalini, su veri e propri tavoli in pietra o, più raramente, direttamente su roccia. La loro diffusione è presumibilmente dovuta al fatto che si tratta di un territorio tradizionalmente a forte presenza di scalpellini.

Il filetto è un antico gioco d’abilità conosciuto con nomi diversi a seconda delle località: mulinello, grissia, triplice cinta e altri. E’ una figura costituita da due, tre o anche quattro quadrati concentrici collegati tra loro da segmenti disposti a croce che partono dal centro o dal quadrato più interno e cadono perpendicolarmente sui lati dei quadrati. Simile al filetto è la tria o tris costituito da un quadrato o un cerchio diviso simmetricamente da otto raggi che partono dal centro. Obiettivo di entrambi i giochi, per due giocatori, è quello di disporre le proprie pedine allineandone tre sulla medesima linea.

Una variante meno diffusa ma presente in particolare nel comune di Cossogno, a Ungiasca e sulla motta d’Aurelio è il “gioco delle pecore e il lupo” (link)

Il filetto viene anche considerato come un simbolo sacro e lo si trova talvolta su pareti inclinate o verticali dove sarebbe impossibile giocare o di dimensioni così minuscole da avere soltanto funzione grafica decorativa.

Regole del gioco: Il filetto è un gioco per due giocatori e nove pedine. Ogni giocatore posiziona alternativamente una pedina in un punto a scelta, ma sempre sulle intersezioni delle linee. Poi inizia a muovere le pedine, una alla volta, spostandola da un’intersezione a un’altra adiacente libera. Lo scopo è di allineare tre pedine facendo “filetto”. Il giocatore che riesce a fare filetto, “mangia” una qualsiasi pedina avversaria purché non faccia parte di un filetto già costituito. Il giocatore che rimane con tre pedine inizia a “saltare”, cioè a muovere una alla volta le sue pedine in un punto qualsiasi del tavoliere per impedire all’avversario di fare filetto. Perde chi rimane con due pedine e non può più fare filetto.

Da: F. Copiatti, E. Poletti Ecclesia, Messaggi sulla pietra, Censimento e studio delle incisioni rupestri del Parco Nazionale Val Grande, Parco Nazionale Valgrande, 2014.
The mill game of Cicogna is engraved on a step at the entrance to a private house.

Games on stone were a very popular pastime, for adults and children.

In the territory of Verbano Cusio Ossola, many mill games were found on the “boards”, that is, slabs covering the walls, on steps, on stone tables or, more seldom, directly on the rocks. Their development is presumably due to the fact that it is traditionally a territory with a strong presence of stonecutters.

The mill game is an ancient strategy game known with different names according to the territories: windmill, grissia, triplice cinta and others. It is a figure made up of two, three or even four concentric squares connected to each other by segments arranged in a cross that start from the centre or from the innermost square and fall perpendicularly on the sides of the squares. The “noughts and crosses” game is similar to the mill game: it consists of a square or a circle symmetrically divided into eight radiuses starting from the centre. The objective of both games, for two players, is to place the pieces by aligning three of them on the same line.

A variant, which is known in particular in the municipality of Cossogno, in Ungiasca and Aurelio, is the “game of the sheep and the wolf” (link)

The mill is also considered as a sacred symbol and is sometimes found on inclined or vertical walls, where it would be impossible to play, or of such a small size as to have only a decorative graphic function.

Rules of the game: it is a game for two players and nine pieces. Each player alternately places a piece onto an empty dot, but always on the intersections of the lines. Then the player begins to move the pieces, one at a time, moving it from one intersection to another that is free and adjacent. The aim is to align three pieces by forming “a mill”. The player who forms a mill “eats” any piece of the opponent, provided that it is not part of a mill already formed. The player who remains with three pieces starts to “skip”, that is, to move one piece at a time to any available dot on the board to prevent the opponent from forming a mill. The game ends when one of the players is reduced to two pieces, and cannot any longer form mills.

By: F. Copiatti, E. Poletti Ecclesia, Messaggi sulla pietra, Censimento e studio delle incisioni rupestri del Parco Nazionale Val Grande, Parco Nazionale Valgrande, 2014.