Marone e Paiesco


La frazione di Marone è raggiungibile solo a piedi o sfruttando la fermata “a richiesta” della linea ferroviaria Vigezzina, presso l’isolata stazione posta nel bosco (è stata scenario conclusivo del film Terra buona di Emanuele Caruso). L’architettura rurale della frazione risale al XIII secolo, con tipiche costruzioni in pietre. I resti di un affresco del XV secolo denotano l’importanza del borgo. Nei primi del 1600 fu costruita la navata dell’attuale chiesa di S. Antonio Abate, probabilmente sui resti di una più antica, diventò una chiesa grande ma disadorna e solo un secolo dopo fu impreziosita dagli affreschi del pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis. Il borgo oggi è disabitato, nel 1932 fu celebrata l’ultima S. Messa in occasione di un funerale. La chiesa fu poi deturpata e depredata più volte. Le ultime famiglie di Marone si spostarono a vivere sul versante opposto rispetto al fiume Melezzo, nel villaggio di Paiesco ritornando a Marone per la sepoltura dei defunti nel piccolo cimitero adiacente alla chiesa.

A Paiesco sono presenti ben due torchi, uno del 1872 e l’altro più antico, un forno recentemente ristrutturato, alcune fontane, il lavatoio coperto del 1919 e l'edificio dell'osteria, ormai chiusa da parecchi decenni, posta di fronte alla Chiesa. Paiesco era rinomato per i suoi terrazzamenti adibiti a vigneti per la vendita del vino prodotto. Fino al 1970 ci fu una scuola attiva, funzionante non in modo continuo a causa di un numero non sufficiente di alunni iscritti. Con una breve escursione fuori dall’abitato, in direzione Masera, si raggiunge l’oratorio di Santa Elisabetta.
The hamlet of Marone can be reached only on foot or by using the corresponding stop of the Vigezzina railway line, at the isolated station in the wood (it was the final setting of the movie “Terra Buona” by Emanuele Caruso). The rural architecture of the village dates back to the 13th century, with typical stone constructions. The remains of a fifteenth-century fresco show the importance of the village. The nave of the current church of S. Antonio Abate was built in the early 1600s, probably on the remains of a more ancient nave; it became a large but unadorned church and only a century later it was embellished with frescoes by the painter Giuseppe Mattia Borgnis from Vigezzo. Today the village is uninhabited, in 1932 the last Holy Mass was celebrated on the occasion of a funeral. The church was disfigured and depredated several times. The last families of Marone moved to the opposite side of Melezzo river, in the village of Paiesco, and they returned to Marone for the burial of the dead in the small cemetery adjacent to the church.

In Paiesco there are two presses, one dating back to 1872, while the other one is more ancient, a recently renovated oven, some fountains, the covered wash-tub of 1919 and the building of the tavern, now closed for several decades, placed in front of the Church. Paiesco was renowned for its vineyard terracing hills and for the sale of the wine produced. Until 1970 there was a functioning school, which did not work continuously because of an insufficient number of signed up students. With a short excursion outside the residential area, in the direction of Masera, you reach the oratory of Santa Elisabetta.

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